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VERGOGNE

358.9 ottobre 2009 un cittadino esasperato, non disperato, scrive una mail! Lo Stato risponde attaccando un piccolo santuario laico: La Stazione! Per spaventare e intimidire, sperando invano di zittire!

Di fronte ad un sopruso dello Stato che si abbatte sulla comunità in cui si vive, si spera, si sogna, lo stare in silenzio, non è incolpevole: o siamo complici del sistema affaristico o siamo vigliacchi.
Il non mi interessa non è ammesso, perché il fatto ci riguarda sempre in quanto cittadini che hanno i loro DIRITTI e che quasi sempre nutrono l’erario, che poi puntualmente viene saccheggiato dai potenti/prepotenti/delinquenti, ai quali magari abbiamo dato il nostro consenso elettorale. Per capire come stiamo messi basta usare lo specchio delle nostre azioni e omissioni. Il mondo va male? Sì, anche per le nostre in-decisioni: mi schiero o non mi schiero con il Bene Comune? E combatto ogni giorno?
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Il romanzo di Italo Calvino, le città invisibili si conclude con un dialogo illuminante. Al Gran Khan sfiduciato che sostiene l’inutilità della ricerca di città lontane, che per lui non può che portare all’incubo dell’inferno, Marco Polo, a conclusione del suo viaggio immaginario risponde serafico: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che già è qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
La comunicazione sapiente non può che essere d’aiuto ad accogliere e perseguire questo prezioso rischio del “riconoscimento”. Noi di Labsus, spesso, abbiamo scoperto anche delle vere perle. E ci siamo messi in testa che sarebbe un peccato non “farle durare, né dar loro spazio”.

https://www.labsus.org/2019/04/informazione-e-beni-comuni-se-la-notizia-non-e-il-conflitto/

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Caro Capo della mia ex Chiesa, avevi ragione tu quando dicesti nel nostro ultimo e definitivo colloquio che il trattamento ricevuto  dallo Stato era colpa mia, le tue esatte parole: “tu li hai provocati”.

E’ vero, mi ero semplicemente sostituito a te e ai nostri politicanti nello scrivere la mail sottostante.

Mi chiedo, se l’avessi firmata tu, cosa ti avrebbero fatto, ti avrebbero perquisito la parrocchia? Ti avrebbero impedito di celebrare la Messa?

Mi ricordo di una frase di un Prete Vero: una Chiesa che non denuncia non ANNUNCIA.

Ti auguro di non passare mai quei momenti che ho vissuto durante il blitz delle Forze dell’Ordine(?) la sera maledetta del 9 ottobre 2009! Ancora oggi mi provocano AMAREZZA!

 

 

 

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