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VISIONI

262.C’era una volta…… a Boscoreale (NA) un uomo che si sentiva persona attiva e scriveva!

Al Signor Presidente della Repubblica Signor Giorgio Napolitano (Anno 2007)

Oggetto: “Prima di andare via”.

Illustrissimo Signor Presidente Giorgio Napolitano,

mi chiamo Vincenzo Martire, e sopravvivo da 49 anni a Boscoreale, un paese alle falde del Vesuvio.

Non voglio raccontarle una storia personale, ma vorrei cercare di porre la sua attenzione su una storia che potrebbe essere la sua, la mia e di qualunque altro uomo che per un volere non si sa di Chi, è nato e vive in questa terra, piena di contraddizioni, di difficoltà, ma ricchissima di uomini e donne con buoni sentimenti.

Non sono espertissimo in informatica, ma circa due anni fa ho pubblicato su internet un sito: www.boscorealeperamico.it, con il quale mi proponevo di evidenziare gli aspetti più belli della mia città.

In questo ultimo Natale 2006, l’Associazione Culturale “STELLA COMETA”, da me presieduta, ha organizzato, in collaborazione appunto con uomini e donne con buoni sentimenti e certamente dotati di buona volontà, alcune manifestazioni a carattere presepiale: il presepe artistico parrocchiale in una caratteristica cantina, il presepe vivente per tre serate nelle strade del centro storico e la I Mostra di Arte Presepiale nei caratteristici locali denominati “Terra Santa”, situati nel piano interrato della chiesa dell’Immacolata Concezione.

Proprio prendendo spunto da episodi che riguardano il sito e le attività natalizie, vorrei sottoporle alcune considerazioni.

Ho scritto al Suo sito istituzionale una richiesta di aiuto, poiché proprio alcune settimane prima del periodo natalizio, i Commissari prefettizi insediati nella mia città da circa un anno, sono stati costretti da scadenze burocratiche a procedere alla consegna dei lavori previsti e appaltati nell’ambito del cosiddetto “PIT VESEVO”, che dovrebbe interessarsi della riqualificazione dei centri storici nei paesi vesuviani.

La richiesta riguardava la momentanea sospensione dei lavori, che avrebbe consentito un miglior svolgimento di tutte le manifestazioni in programma durante il natale, lasciando libere, in un paese che già soffre la mancanza di una viabilità degna di questo nome, la strada T.A. Cirillo, e soprattutto Piazza Pace, luogo adibito da decenni a parcheggio del centro storico.

Detta piazza, seppur interessata dai lavori, era stata inopportunamente recintata, in buona parte, per consentire alla Ditta, esecutrice dei lavori, di depositarvi la pavimentazione in pietra lavica da riutilizzare e che man mano veniva divelta da via T.A. Cirillo.

Questa ultima decisione è stata fortemente contestata dai commercianti del centro storico, che proprio in un periodo sensibile per l’attività commerciale, si sono visti privare di una parte cospicua della piazza e quindi della possibilità di parcheggio per i potenziali clienti.

            La richiesta di aiuto sicuramente non le è pervenuta, visto che si trattava di un minuscolo problema, in confronto alle grandi emergenze della nostra Nazione.

            La stessa richiesta era però stata inviata anche alla Prefettura di Napoli, e ai Commissari prefettizi del mio comune, senza ottenere nessun risultato.

            Tutto ciò premesso, Le vorrei elencare alcune mie considerazioni circa la vivibilità di una città o di un paese.

 

Priorità indispensabili per una vita civile:

 Sistema fognario funzionante (quando piove a Boscoreale non si può quasi uscire a piedi, e gli scarichi fecali non si capisce bene dove vanno a finire).

Strade illuminate e senza buche, con marciapiedi non occupati da alberi, da cassonetti, da auto e dai banchi dei negozi.

Pulizia della città e raccolta dei rifiuti efficace (non infiltrata), vedi mancanza di piattaforma ecologica e di contenitori non infiammabili per la raccolta differenziata in numero sufficiente – Magari la si potrebbe affidare per alcuni anni all’Esercito con l’ausilio del servizio civile e noleggiando i camion delle Ditte specializzate, insieme al loro personale.

Spazi verdi attrezzati in quantità adeguata al numero di abitanti e ripartita in modo appropriato sul territorio.

 Luoghi deputati alla crescita culturale e all’aggregazione sociale, vedi biblioteca, teatro, cinema, spazi per i giovani, campi di bocce per gli anziani, ecc.

 Scuole aperte al territorio anche fuori degli orari scolastici.

Parcheggi per le maledette auto.

Politici che si occupano del bene comune, i quali se non raggiungono gli obiettivi minimi per la vivibilità della città, in un certo lasso di tempo, devono essere interdetti da tutte le cariche politiche. (Non chiediamo ai cittadini di non votarli, poiché con il clientelismo tuttora vigente e la mancanza cronica di lavoro, per i politici navigati è un gioco da ragazzi tenere molta parte della popolazione ai loro piedi).

Venendo al contenuto dell’oggetto, “Prima di andare via”, che vuole essere un messaggio alle mie figlie, ai loro amici e a tutti quelli che appena possono scappano da Boscoreale, le riporto la corrispondenza intercorsa tra il sottoscritto e una coppia di giovani emigrati Boschesi  che hanno scritto al mio sito.

Illustrissimo Signor Presidente, questa mia lettera vuole essere come un messaggio nella bottiglia lanciata nel mare della nostra vita, appunto “Prima di andare via”.

Cordiali saluti da un uomo che ha sempre sperato in un futuro migliore e che per destino o per scelta non ha lasciato il paese natio.

Con Osservanza,

Vincenzo Martire.

 

Mail pervenuta:

Ciao e complimenti x il sito. Siamo una giovane coppia di emigranti,di origini boschesi, attualmente residente a Parma x i classici motivi di lavoro.
Dal sito l’immagine di Boscoreale risulta molto più pulita e serena di quanto in realtà non sia, aggiungeremmo purtroppo.
La nostra esperienza personale ci ha fatto conoscere luoghi e persone civili e un’amministrazione comunale rispettosa della legalità ed interessata alle reali esigenze legate al territorio, contrariamente a quanto è accaduto in questi anni giù al sud.
Siamo convinti, avendo vissuto a Boscoreale ed avendo conosciuto molti dei suoi abitanti, che anche lì la maggior parte della gente sia onesta, ma, purtroppo, l’immagine che diamo all’esterno è assolutamente negativa e risulta difficile spiegare a quanti non conoscono bene la nostra zona, che non siamo tutti ladri o delinquenti!
Per questo vivere al nord non è sempre facile, in quanto siamo, appunto, costretti a combattere contro innumerevoli pregiudizi e bollati da molti come persone da “evitare” e a dover dimostrare, in ambito professionale, di valere molto, prima di essere accettati. Benchè, dunque, a Boscoreale la qualità della vita non sia tra le migliori e i servizi siano praticamente inesistenti, la lontananza dalla nostra terra, ricca di contraddizioni ma anche d’amore e di solidarietà (che qui manca abbastanza), si fa molto sentire e non muore in noi la speranza di tornare un giorno in un paese rinnovato non solo in superficie, ma anche e soprattutto “dentro”.
Un saluto da due boschesi D.O.C.
Francesca Catapano e Domenico Salio. 11 Giugno 2006

La redazione risponde.

Gentili amici Francesca Catapano e Domenico Salio,
vi ringrazio molto per la vostra mail.
Io mi chiamo Vincenzo Martire e sono il responsabile del sito.
Ho molti parenti che vivono fuori da Boscoreale e attraverso la loro vita, riesco a comprendere almeno un poco, tutte le difficoltà che si incontrano fuori dal proprio paese e dalla propria regione.
Nei miei pochi soggiorni nelle città dei miei parenti, ho potuto apprezzare che cosa significa vivere dignitosamente almeno dal punto di vista ambientale e civile: strade senza buche, marciapiedi, rete fognaria, asili nido, isole pedonali, parcheggi, parchi pubblici, biblioteche, cinema, teatri, piste ciclabili, pubblica illuminazione efficiente, pulizia dell’ambiente, ecc. ecc., cose che purtroppo nel nostro paese sembrano un miraggio.
La cosa che più deprime della nostra Boscoreale, è la quasi totale assenza della speranza da parte dei cittadini di vedere un giorno una città migliore.
Da circa un anno ho messo in rete il sito www.boscorealeperamico.it, e proprio nella pagina dove dovrebbe accendersi il dibattito su cosa desideriamo per la nostra città, c’è il silenzio più assoluto.
Sembra che ci sia una totale rassegnazione allo stato attuale delle cose.
Io ho una mia idea su quanto accade, penso che quando andiamo a votare, scegliamo i nostri rappresentanti, ognuno secondo i propri calcoli, che proprio perchè sono calcoli soggettivi, non valutano, con obiettività, l’operato dei pubblici amministratori che nei vari decenni si sono occupati della cosa pubblica.
Se applicassimo l’equazione: se il paese e tutte le sue realtà sono il risultato dell’operato dei suoi amministratori, allora, visto che il nostro paese non ci piace, dovremmo far accomodare tutti i politici degli ultimi decenni fuori dalle istituzioni. Questa è una cosa che invece non accade mai.
La seconda cosa che ritengo sia corresponsabile dello stato di cose attuali, è la mancanza di una coscienza collettiva: singolarmente riusciamo ancora ad arrabbiarci e a dire la nostra, al bar, in piazza, dal barbiere, in salumeria, ma quando c’è da intraprendere una iniziativa concreta insieme agli altri, allora diventiamo tutti apatici o calcolatori: preferisco starmene per i fatti miei; oppure: mi conviene o non mi conviene espormi?
Spero di non avervi tediato, e vi prometto per quanto è nelle mie possibilità di tenere sempre vivo e aggiornato il sito, anche e soprattutto per i concittadini che vivono fuori.
 

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