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LA RIANIMAZIONE

64.Il volontariato sociale e le tre categorie di uomini: i socialmente utili, i socialmente inutili e i socialmente dannosi. Cap. 10 web-libro

Premessa
Ogni giorno, da qualche parte, qualcuno prende un’iniziativa nel campo sociale. Lo fa forse per soddisfare un bisogno interiore, oppure perché si annoia, o anche per emulare qualcuno, o magari per mettersi in mostra, o chissà per quali altri motivi, però quello che dovrebbe interessare la massa è che lo fa, cerca cioè, a modo suo, di rendersi utile alla collettività. Se quella iniziativa ha successo, il promotore potrà avere o meno dei riconoscimenti, però quello che è certo è che tutta la comunità in cui l’iniziativa si è concretizzata ne potrà beneficiare, sempre se lo vorrà.
Spesso, purtroppo, capita che la comunità di quel individuo pur riconoscendo la bontà dell’iniziativa, non se ne interessa, non collabora, non dà nessun sostegno, semplicemente la ignora.
Questo comportamento è molto diffuso, e spesso produce effetti devastanti, perché se quella iniziativa non riesce ad autoalimentarsi, muore, e in questo caso perdono tutti, non solo il promotore.
Quando intorno a noi vediamo proliferare delle iniziative nel campo sociale, ognuno, secondo i propri mezzi e la propria indole, dovrebbe dare in qualche modo il suo sostegno e prestare la sua collaborazione, e invece, molto spesso, si resta fermi, perchè si giudica il promotore e non il valore sociale del suo operato.
Forse è venuto il momento di buttarsi nella mischia, di rischiare, di azzardare qualcosa, perché potrebbe anche accadere che, all’improvviso, non ci sarà più nessuna possibilità di prenderla l’iniziativa, e non ci sarà più concesso di tentare di incidere in modo positivo sulla nostra vita sociale.
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La distinzione degli uomini in tre categorie non è esaustiva, però rende più facilmente l’idea di come ciascun essere umano si pone di fronte ai problemi sociali della sua comunità.

Proviamo ad analizzare i comportamenti dei socialmente utili.

La prima esperienza di socialità utile è la famiglia, già da piccoli si possono intravedere i comportamenti indirizzati a un esperienza positiva, si aiuta la mamma nelle faccende domestiche, il padre nelle incombenze che riguardano i piccoli lavoretti in casa, i compagni di scuola nello svolgimento dei compiti, gli amichetti in genere condividendo con essi i propri giocattoli.
Man mano che si cresce, cambiano gli ambiti, ma l’altruismo di fondo resta sempre, si potrà collaborare in parrocchia, comportandosi come se si fosse in casa, si fanno piccoli lavoretti, si aiutano i più piccoli a svolgere i compiti di scuola o si bada ad essi nelle diverse attività, si presta servizio nelle varie funzioni religiose.
Quando si è più grandi si comincia a partecipare a manifestazioni ambientaliste, offrendo il proprio contributo nella pulizia degli spazi comuni, si partecipa a campagne di raccolta per portare aiuto alle persone più bisognose, o colpite da eventi catastrofici come i terremoti e le alluvioni.
Queste esperienze si porteranno dentro per sempre, e il loro ricordo sarà come un serbatoio dove attingere nuova linfa nei momenti più difficili della propria vita, quando sopraggiunge lo scoraggiamento e si sperimenta la solitudine nel campo sociale e a volte anche familiare. Spesso, purtroppo, ci si ritrova anche da soli a combattere contro una realtà che in molti casi tende proprio a soffocare, inspiegabilmente, le iniziative nel campo sociale.
(continua)

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